domenica 30 dicembre 2007

Questa sera in tv

Questa sera (seconda o terza serata?), la RAI presenta un documentario sul 1977 e dintorni. Il documentario inizia con le immagini dei funerali delle vittime di Acca Laurentia.
Ho provato ad inserire i loro nomi in Google, ed il risultato è stato sconcertante; è vero che internet è piazza, riproposizione del proprio "io" portato all'esasperazione, delle verità gridate non si sa bene a chi. La cosa che più mi ha sorpreso, è stato provare commozione per l'età, le facce e le storie di quei ragazzi (oggi, a 18 anni molti sono ancora bambini); il padre di uno di loro che non riesce a sopportare il dolore e si uccide poco tempo dopo. Mi commuove la vita, come finisce in modo assurdo, nel 1978. A quei tempi, appena più giovane di loro, il mio ricordo era di un fronteggiarsi duro e freddo, senza rispetto e senza regole; sono stato, sempre e comunque, "schierato" senza dubbi di nessun tipo. Anche ora lo sono. Ma la commozione diventa rabbia quando leggo di autocelebrazione, quando leggo ancora di quello che "rossi" e "neri" si promettono e vorrebbero farsi reciprocamente, e di rivisitazioni che vanno sempre più indietro nella storia, a rimettere in discussione tutto. Ho trovato siti disgustosi, pieni di rancore e non di memoria, in cui la storia parte sempre dal punto in cui fa più comodo, in cui gli assassini sono chiamati "eroi", in cui gli strumenti "dell'attività politica e sociale" sono le spranghe, le molotov, le "bombe". Ma di cosa parla questa gente? le bombe nelle banche e nelle stazioni come risposta a cosa, in giustificazione di che? dopo tutti questi anni, ancora da questo dobbiamo partire? Forse sto invecchiando, crescono i figli, li immagini appena un poco più grandi, il pericolo della politica distante; ma non quello della "testa vuota".
Penso a quel padre, al suo dolore per il figlio morto che lo porta a sua volta via dalla vita; penso a tutti i padri, alle madri, ed ai fratelli che hanno pianto i loro figli e figlie ed hanno fatto una scelta di "eroismo civile" vero, per questo paese astioso e rancoroso, di non chiamare sangue a sangue, vendetta a vendetta. Perchè questa è una scelta difficile e che non paga; quella del silenzio doloroso in mezzo alle imprecazioni ed alle grida che invocano ancora sangue e rancore, e valori di morte. Non riuscirò a vedere la fine dell'ideologia fine a se stessa, del tutto "buono" da una parte e del tutto "cattivo" dall'altra; la negazione delle evidenze che neppure la storia riesce a sancire come definitive. La morte non rende tutto uguale; noi siamo quelli che siamo stati nella vita, le nostre azioni, pensieri, idee. E ci sono davvero tanti modi di vivere le cose che ci succedono intorno; mettersi in discussione, non dare niente per scontato, essere davvero contro la violenza (non solo di UNA violenza). Spero che di Acca Laurentia non ne accadano più; che non ci sia più bisogno di celebrare morti per sentirsi vivi. Spero che si estinguano (succede a tante specie...) anche le teste che giustificano le bombe come risposta a queste e ad altre morti. E che dalla commozione si passi al pensiero, al desiderio di ciòche non si vuole per capire quello che davvero si vuole. E non solo per noi stessi.